Scopri video, libri e documentari relativi all'episodio.
Richiede circa 10' di letturaCiao, io sono Valentina. In ogni puntata vi racconterò delle storie, distanti tra loro nel luogo e nel tempo, che si riveleranno più vicine di quanto non sembrasse, in un mix di cultura, storia e attualità.
Benvenuti a Io non sono nessuno.
Alcuni anni fa, la dottoressa Jules Davidoff condusse un esperimento che voleva dimostrare come l'essere umano recepisse i colori e come il linguaggio modificasse la percezione del mondo in cui viviamo. Si sono notati infatti dei fenomeni particolari: perché alcune popolazioni non vedono alcuni colori che per noi occidentali sono così presenti? C'è una differenza nei geni che li rende in qualche modo "ciechi"? C'è qualche variazione simile a quella osservabile per i daltonici?
Prima di rispondere a queste domande, sappiate che questo è l'inizio di un viaggio che ci porterà dritti negli Stati Uniti di oggi attraverso ricerche antropologiche e persino la psicologia.
In uno sperduto angolo, si fa per dire, del vastissimo continente africano, chiamato Namibia, esiste una popolazione nomade, dedita alla pastorizia, che ha (per sua fortuna) evitato le disgrazie portate da noialtri occidentali. Si tratta degli Himba. Gli Himba vivono in un territorio in cui il marrone della terra è il colore predominante… Immaginate adesso il caldo assolato, secco, la vegetazione brulla, la terra rossa, un tripudio di colori caldi a perdita d'occhio.
La dottoressa Davidoff ha portato un computer che mostrerà vari quadrati sul suo schermo: ogni volta si potranno vedere tutti i quadrati di tonalità di marrone diverse, o di verde o di blu, oppure potrebbero essere mostrati alcuni quadrati dello stesso colore e altri di colori diversi, in una combinazione casuale, così da essere assolutamente certi dei risultati. Protagonisti dell'esperimento, Himba ed europei, cui verrà richiesto di riconoscere tutte le tonalità, quadrato per quadrato.
L'europeo che ha fatto la prova (un inglese) ha identificato alcune delle tonalità di marrone presentate ma si è limitato a nominarle "marroni chiaro" e "marroni scuro". Mentre ha saputo perfettamente riconoscere la differenza tra il verde e il blu, per esempio.
Ora la parte più sorprendente: quando è toccato agli Himba a sottoporsi al test, hanno saputo riconoscere ogni singola sfumatura di marrone, e ce ne erano decine, dando un nome specifico a ciascuna. Ma per il verde e il blu? Niente da fare, nella lingua "Herero", la lingua degli Himba, non esiste un termine diverso per "blu" rispetto al verde, e perciò ai loro occhi non c'era alcuna differenza tra i due colori di fatto.
Gli Himba non sono gli unici ad avere decine di nomi per decine di tonalità che noi nemmeno riusciamo a vedere. La scienza, i linguisti e gli antropologi si interrogano su questo ormai dall'Ottocento. Franz Boas nel 1883 partì per l'artico canadese, e durante la sua missione da geologo scoprì che gli Inuit di quelle terre usavano una quantità di vocaboli molto ampia per descrivere le varie tipologie di neve e ghiaccio. Ciò fu fondamentale per fargli cominciare le ricerche che lo portarono ad essere il padre dell'antropologia moderna.
Ma come si spiega però tutto questo? Ci sono davvero variazioni genetiche, impedimenti fisici che non consentono a questi individui (noi compresi quindi) di vedere bene questi colori? E' un fattore culturale? Oggi la risposta ce l'abbiamo, e come al solito la realtà supera la fantasia attestandosi nell'infinita scala di grigi che esiste fra il Sì e No.
L'ambiente in cui viviamo ci influenza, o meglio, influenza la nostra lingua che è ciò che usiamo per descrivere la realtà che ci circonda, ma paradossalmente poi è la lingua stessa che crea la realtà. Vedetela così: la lingua descrive la realtà e quindi i colori che sono presenti nella realtà. Quando però la lingua viene insegnata ai nuovi parlanti, poiché manca di vocaboli per i colori che non ha ancora descritto, rende i parlanti di quella linua come "ciechi", in un certo senso.
Nella sezione Risorse sul mio blog ho linkato alcuni TED Talk di persone decisamente più titolate di me e che sanno meglio spiegare tutto questo.
Adesso, dall'affascinante e lontanissima Namibia, venite con me negli Stati Uniti di oggi, alla scoperta di un legame inaspettato tra l'esperimento della Dottoressa Davidoff e l'amministrazione Trump che sta conducendo una guerra contro la cosiddetta cultura Woke e tante, tantissime parole. Molte di queste completamente vietate, per altre hanno consigliato cautela nell'utilizzo. E chi la cautela non ce l'ha, ovviamente paga un conto salato, vedi l'inchiesta su Disney… ah, non l'hai saputo? Quasi non ne hanno parlato in effetti. Ti aggiorno io: la Disney è attualmente indagata per aver portato avanti quelle che la Casa Bianca chiama politiche DEI (diversity - equity - inclusion), ovvero quelle politiche che non sono in linea con le nuove direttive della neo-amministrazione.
Ma vediamoli insieme i termini principali che sono stati vietati o caldamente sconsigliati:
disabilities
accessible
activist
activism
antiracist
clean energy
cultural differences
climate crisis
black
discrimination
equal opportunity
feminism
historically
inclusion
indigenous community
LGBT
Mental health
minorities
Lo vedete anche voi cosa sta succedendo? Oltre a questi termini in realtà ce ne sono altri, tra cui tre che ho notato e che francamente lì per lì stavo oltrepassando:
bias di conferma
bias implicito
bias inconscio
Per chi sa cosa siano... subdolo, eh?
Scusate, per tutti gli altri, che credo siano la vasta maggioranza, faccio un passo indietro perché merita: prima di tutto, cosa sono i bias?
Sono delle "scorciatoie", dovute da alcune necessità del momento, che il nostro cervello usa per prendere decisioni ed elaborare informazioni più velocemente. Per farmi capire meglio, andate su Google e cercate semplicemente "Cognitive Biases Codex", troverete un pdf, in inglese, che vedete linkato sempre sul mio blog nella trascrizione dell'episodio.
Torniamo a noi: qual è la definizione di Bias di Conferma? Ve la riporto come l'ho trovata su un blog di psicologia, facendo delle ricerche più approfondite, da profana, ho trovato il blog di Christian Spinelli, psicologo regolarmente iscritto all'albo, e trovate più o meno la stessa definizione anche su Wikipedia:
"Il bias di conferma è un pregiudizio cognitivo in base al quale si prediligono le informazioni che confermano le proprie convinzioni o ipotesi preesistenti, scartando o ignorando invece le prove contrarie alle idee di partenza. Questo tipo di bias comporta la distorsione dell’informazione su più livelli: la raccolta, l’interpretazione ed il recupero delle informazioni dalla memoria."
E ora eccovi la definizione di bias implicito tradotto da me direttamente dall'American Psychology Association:
"Il bias implicito, noto anche come pregiudizio implicito o atteggiamento implicito, è un atteggiamento negativo, di cui non si è consapevoli, nei confronti di uno specifico gruppo sociale."
E infine la definizione di bias inconscio, tradotto sempre da me da un documento dell'Harvard University:
"Giudizi rapidi che formuliamo su persone e situazioni basati su anni di socializzazione subconscia."
A voi che non lo sapevate chiedo: quanto è grave la situazione? Perché a me sembra qui che si vada oltre la mera propaganda ideologica per ottenere potere e voti: qui si sta cercando di manipolare le coscienze, le informazioni, la realtà stessa per creare una società sottomessa e ignorante e lo si sta facendo con un'arroganza che non si vedeva da 80 anni almeno.
Aggiungiamo l'ultima ciliegina sulla torta: Il vicepresidente americano J.D. Vance ha dichiarato che non c'è bisogno di istruzione e che le università sono in realtà untori di fake news. "Universities are the enemy", ha dichiarato.
Ricapitolando:
1. il popolo non deve essere troppo istruito, quindi si deve bloccare la ricerca e l'educazione più alta;
2. la realtà deve essere deformata e alcuni gruppi sociali devono scomparire, nel tentativo di vaporizzarli dalla lingua stessa;
3. per realizzare entrambi gli obiettivi, si vietano alcuni termini in uso: se una cosa non ha un nome in una lingua, agli occhi dei parlanti di quella lingua quella cosa non esiste;
4. per fare in modo che il popolo smetta di interrogarsi sulla propria realtà e sul proprio modo di pensare, meglio non parlare nemmeno dei bias cognitivi perché altrimenti potrebbe imparare a raggirarli e cominciare a porsi le domande giuste;
5. le nuove generazioni devono esser formate fin da piccole a pensarla come vuole questa nuova maggioranza di governanti intolleranti, non potranno concepire le minoranze, i disabili, la parità salariale, e tutti coloro che hanno orientamento sessuale o identità di genere diversi da quelli "tradizionali", grazie ai punti precedenti e all'abbattimento del sistema dell'istruzione pubblica ed elevata.
Arrivo a conclusione di questo episodio citando le parole testuali del Professor Galimberti ospite a La Torre di Babele condotto da Corrado Augias, a Luglio 2025:
“Perché se non hai cultura, se non conosci la storia, se non ti disbrighi nella risoluzione dei problemi, se sai dire solamente mi piace o non mi piace, è chiaro che la bugia e la verità si confondono automaticamente. Come faccio io a confutare una bugia se non so niente?
E non è un caso che questo forse in qualche modo l'ha capito persino Trump.
Perché è la cultura l'unico vero pericolo per Trump, per Trump in generale, per la dittatura. Come diceva giustamente Nietzsche, quando l'umanità diventa gregge vuole l'animale capo.”
Ma forse, sì, è un bene che vada così: in fondo, quando c'è stato il proibizionismo negli Stati Uniti, il popolo faceva esattamente il contrario di ciò che voleva il governo, perché si sa, quando vieti qualcosa, la fame per quella cosa, anche se magari non esisteva prima, tutto a un tratto compare e si fa sentire nel profondo delle viscere.
Ma sicuramente mi sbaglio io, in fondo, Io non sono nessuno.
Scopri video, libri e film attinenti all'episodio oppure Leggi le trascrizioni degli altri episodi
Crediti Musica: YouTube Libraries e Freesound
Intro e Outro: Speak The Truth - Go By Ocean _ Ryan McCaffrey
750465__geoff-bremner-audio__tribal-hand-drum-rhythm-loop
198491__peridactyloptrix__african-tribal-drums-beat-1
529967__darkash28__funny-music-orchestra
Silly Snickerdoodle - Joel Cummins
The Curious Kitten - Aaron Kenny
La Danse Fetish de Femme - The Mini Vandals featuring Mamadou Koita and Lasso
Decimate - Jeremy Blake
Simple - Patrick Patrikios
Voices - Patrick Patrikios